Brano: [...]che, nel dicembre, venne dissolto in seguito a una prima ondata di arresti (tra gli altri, cadde nella rete della polizia Norberto Bobbio (v.) ). Nonostante le enormi difficoltà della situazione, ai primi del luglio 1944 verrà costituito un nuovo C.L.N. provinciale, del quale entrarono a far parte il professore Francesco Viviani (v.) per il Partito d’Azione, Giuseppe Deambrogi per il Partito comunista, Giovan Battista Domaschi per gli anarchici, Giuseppe Marconcini (v.) e il professore Fabio Spazzi per il Partito socialista, l’avvocato Giuseppe Pollorini per il Partito liberale, Il ragioniere Angelo Butturini e Guglielmo Bravo come indipendenti. A eccezione di Spazzi e Pollorini sfuggiti alla cattura, nel luglio stesso i membri di questo Comitato furono arrestati e, dopo un duro trattamento subito nelle carceri veronesi, consegnati dai fascisti ai tedeschi furono deportati nei lager, da dove nessuno di loro farà poi ritorno.

La Resistenza armata in città si esplicò in azioni di sabotaggio (il

25.3.1944, nello stabilimento Galtarossa, furono[...]

[...]isione “Pasubio” (v.), il Gruppo Divisioni “Garemi” (v.), alcune formazioni locali collegate alla Missione Rye, nonché formazioni autonome e altre ancora sorte nelle ultime settimane di guerra.

La formazione più largamente attiva nella provincia fu la “Pasubio” che, prima di assumere questo nome e il suo definitivo inquadramento, venne preceduta dal Battaglione “Danton”, sorto per iniziativa di queH'intraprendente e discusso capo guerrigliero Giuseppe Marozin [Vero) che lo comandò fino all’agosto 1944, quando il comando venne affidato a Gianni Turra [Poker). La “Pasubio”; le cui vicende furono assai, complesse, operò soprattutto in vai d'Illasi, nella zona di Squaranto e in Lessinia. Dal marzo al 5.8. 1944 fece parte delle formazioni comandate da Marozin anche la Brigata “Vicenza”.

Dalla “Pasubio” vennero a dipendere varie formazioni: il Battaglione “Valdivado” al comando di Remo Signorini [Giannetto), operante fra

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Brano: [...]offitto e quindi dell’appartamento del piano sovrastante, abitato dal questore. In realtà l’alto potenziale dell’ordigno provocò la strage nell’attigua platea del teatro.

L'attentato causò il ferimento di ben 172 persone e 21 morti, 17 dei quali rispondevano ai seguenti nomi: Enrico Andi, Mosè Ardizzoni, Pietro Boni, Alessandro Gavenzi, Pietro Lazzari, Margherita Leoni Calabresi, Giuseppe Maggi, Vitaliano Maiocchi, Gemma Malatesta Caro

ti, Giuseppe Mar ani, T eresi na Nastri, Ettore Pecoraro, Angelo Rastelli, Renzo Rosi, Leontina Rosi, Mario Tedeschi, Ernesto Trockel.

I fascisti, secondo i loro metodi, colsero l’occasione per darsi a violente rappresaglie contro i lavoratori: devastarono e incendiarono le sedi di Umanità Nova e óe\\'Avanti!, aggredirono e ferirono gravemente numerosi antifascisti che con l’attentato nulla avevano a che fare.

L’opinione pubblica restò gravemente impressionata dall’avvenimento. I socialisti massimalisti, uomini e giornali antifascisti di diverse correnti, compresi gli stessi dirigenti anarchici come Mal[...]